Venerdì 10 giugno, in occasione dell’iniziativa San Salvario ha un cuore verde, Casa dell’Ambiente ha ospitato il convegno “Orti in città”, un’occasione di incontro tra le varie realtà coinvolte in progetti di orticoltura urbana per fare il punto sulla situazione, e scambiarsi nuove idee e proposte. Noi di Brigata Cultura siamo stati invitati a presentare il progetto O.U.T. (Orti Urbani Torino), che l’anno scorso ha meritato una menzione speciale al Piemonte Visual Contest.
Il fenomeno degli orti urbani, fortunatamente, è in continua crescita. I motivi sono tanti e tutti importanti: l’esigenza di riqualificare il territorio urbano e recuperare spazi degradati, la profonda necessità di creare del capitale sociale, la ricerca di luoghi di aggregazione e la volontà di riacquistare un rapporto più proficuo con l’ambiente che ci circonda. Fatte queste premesse, la domanda che ne consegue è che cosa si possa fare per agevolare questo genere di iniziative.
Andrea Ferrari Trecate, esperto di diritto ambientale e giornalista, attraverso una panoramica sulla storia degli orti urbani, ha ricordato come questi siano un’evoluzione dell’esperienza degli “orti di guerra”, quei terreni che venivano assegnati alle famiglie colpite dal disastro dei conflitti per autoalimentarsi. Arrivando poi al racconto della variegata situazione attuale, un’interessante questione sollevata, anche in relazione al nostro progetto, riguarda la questione della mappatura: spesso è difficile compierla in grandi città, come Milano o Roma, soprattutto per questioni legali. Infatti è molto facile che, sia per le recinzioni che per l’allestimento stesso dell’orto, si creino situazioni di abusivismo e di conseguenza di illiceità. Motivo per cui il progetto di mappatura nazionale in via di realizzazione stenta a realizzarsi.
Altra parola chiave emersa durante il convegno è socialità. Spesso infatti gli orti nascono all’interno dei condomini, come ad esempio nel caso degli Orti Alti, e sviluppano un senso di partecipazione e comunità che migliora i rapporti tra vicini di casa e stimola la condivisione. A Biella è attivo un bell’esempio di orto per la rieducazione dei detenuti, mentre nella Terra dei Fuochi, di cui è nota la difficile situazione, le famiglie si riuniscono portando i bambini, al fine di insegnare loro il rispetto e la cura per il proprio territorio.
Attraverso gli interventi di associazioni ed enti che si sono susseguiti, è emersa tutta la portata dei risultati positivi connessi a questo genere di progetti: la realizzazione di sistemi che si autosostentano, la riappropriazione della terra civica, l’educazione alla cittadinanza consapevole, la difesa del territorio, la creazione di posti di lavoro. E qui a Torino le realtà interessanti non mancano: dall’Associazione Parco del Nobile, che si occupa di educazione ambientale a 360°, agli Orti del Boschetto in Barriera di Milano, dalla RE.TE ONG, alla Cooperativa Sociale Frassati, che offre servizi alla persona e si propone un progetto di orto didattico per persone con disabilità. Inoltre sono intervenuti Terra! Onlus, che ha realizzato non solo progetti regionali ma anche in altre parti d’Italia (uno in particolare a Lampedusa) e Innesto, con i suoi progetti Dora in poi che realizza orti in cassone, e SPA (Servizio per Piante Abbandonate) per il recupero di piante invendute nei centri commerciali e donate poi agli orti.
Tra gli ospiti era anche presente l’assessore alla cultura del comune di Collegno, che ha illustrato il piano di riordino delle politiche dell’agricoltura e dell’orticoltura in città, in particolare su tre fronti: orti didattici nelle scuole, corsi per adulti attraverso l’insegnamento da parte di contadini e orticoltura urbana. Collegno storicamente detiene 116 orti urbani, ai quali recentemente sono stati aggiunti altri 48 appezzamenti. Tramite bando si è deciso di includere tra gli assegnatari non solo i pensionati, ma anche i disoccupati, le famiglie numerose, gli stranieri e le fasce deboli al fine di sviluppare e favorire la coesione sociale e limitare la paura del “diverso”.
Noi di Brigata Cultura abbiamo avuto l’occasione di rilanciare il nostro progetto di mappatura degli orti torinese, accolto molto positivamente, dal momento che le realtà stanno aumentando e che si fa sempre più forte l’esigenza di far conoscere in più possibile le iniziative alla cittadinanza. Per questo motivo stiamo lavorando per cercare collaborazioni al fine di completare e aggiornare la nostra mappa, non limitandoci solo al territorio urbano, ma estendendoci anche all’area della Torino Metropolitana, in modo da avere uno strumento il più ricco possibile e fruibile da tutti i cittadini.
Simona Cannonito