L’archivio storico spesso è, nell’immaginario collettivo, un luogo triste e polveroso, avulso dalla realtà e di nessuna utilità o interesse per i “non-studiosi”: mai pensiero potrebbe essere più errato!
È facile capirlo per chi, come me, ha avuto la fortuna di poter lavorare in un archivio storico come quello dell’azienda Martini & Rossi, storica impresa italiana conosciuta in tutto il mondo per i suoi cocktail e per le sue trovate pubblicitarie.
L’archivio, riconosciuto di “Notevole interesse storico” nel 1999 dalla Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d’Aosta, conserva migliaia di documenti, poster, etichette, bottiglie, pubblicità e riconoscimenti che negli ultimi 152 anni sono stati pazientemente raccolti, conservati e in parte catalogati, per custodire con cura le testimonianze più importanti della storia dell’azienda.
È facile comprendere come il materiale costituisca una continua fonte d’ispirazione per uffici interni quali il marketing, il packaging, il bookshop e l’ufficio stampa, i quali si rivolgono per dubbi e necessità all’archivista che, scartabellando e attingendo da cataloghi e database, riesce a fornire immagini, video e informazioni che permettono all’azienda di essere moderna, ma al contempo fedele alle proprie origini e tradizioni. A secondo delle esigenze, l’archivista compie quindi ricerche mirate su argomenti quali la storia dell’etichetta del Vermouth Bianco, le immagini storiche della celebre Delta HF integrale Martini Racing o i manifesti pubblicitari firmati da autori quali Dudovich, Warhol e Testa.
Non infrequenti sono anche i rapporti con utenti esterni che per motivi di studio, o spesso per semplice curiosità, richiedono informazioni su persone o aziende con cui la Martini ha avuto rapporti: ecco che allora la corrispondenza, i registri delle fatture e i copialettere diventano strumenti essenziali per aiutare a ricostruire la storia di un lontano antenato che a fine ‘800 faceva il commerciante di vermouth in Sudamerica, o per aiutare un tesista che sta facendo ricerche su una tipografia degli anni Venti che, tra le altre cose, stampava le etichette per la China.
Il lavoro dell’Archivio, tuttavia, non è a senso unico: talvolta infatti sono collezionisti, dipendenti o discendenti di ex impiegati che, molto generosamente, donano foto o oggetti che vengono accuratamente schedati e inseriti nella collocazione più corretta, andando così ad accrescere la nutrita collezione, di cui si può avere un assaggio visitando il museo interno dell’azienda. Il Museo Mondo Martini, infatti, racconta la storia dell’azienda, dei suoi fondatori e dei suoi prodotti proprio attraverso alcuni dei materiali d’archivio più significativi che, suddivisi in sezioni, guidano il visitatore dalle origini del brand fino al più recente ingresso nel gruppo Bacardi. La storia di Alessandro Martini, Luigi Rossi e Teofilo Sola, i riconoscimenti internazionali ottenuti, la nascita delle sedi storiche di Torino, Pessione e Montechiaro d’Asti, l’evoluzione dei prodotti, delle bottiglie e delle etichette e le strategie comunicative scelte dall’azienda non possono che suscitare la curiosità e l’interesse del visitatore, che si troverà a canticchiare alcuni dei più famosi jingle, recitare celebri trovate pubblicitarie o a ricordare le vittorie del celebre “Martini Racing Team”.
Altroché luogo noioso e polveroso! Lavorare in archivio significa “collezionare” ricordi e memorie con cura, attenzione e passione, per far sì che non rimangano solo cimeli sbiaditi dal tempo, ma spunti sempre vivi e attuali che ci raccontano una storia. Ed è proprio quello che ho imparato durante questa bellissima esperienza nell’archivio storico della Martini & Rossi!
Sara Vescovo