Immaginiamo di percorrere in carrozza il lungo viale alberato che conduce alla Palazzina di Caccia di Stupinigi in una bella giornata di primavera: i pioppi sono rigogliosi e si susseguono uno dopo l’altro tracciando la strada che termina in lontananza con la Palazzina a farle da fondale. Man mano che ci avviciniamo si scorge, sempre più evidente, la figura maestosa del cervo che sovrasta la cupola del grande salone centrale. È un segno di benvenuto e, allo stesso tempo, un chiaro indizio dell’attività prediletta che qui venivano a svolgere i Savoia: la nobile arte della caccia.
L’aspetto del palazzo non potrebbe essere più elegante:gli edifici di servizio, le stalle e le scuderie sono stati sistemati accuratamente nella parte più esterna delle ali dell’edificio, dalla ingegnosa forma a croce di Sant’Andrea. È un percorso emozionante quello che ci porta ad attraversare un susseguirsi di ambienti e sale che trovano il proprio fulcro al centro della composizione, in un salone senza uguali. L’estro, la maestria e la genialità del grande Filippo Juvarra, primo Architetto del Re, hanno reso possibile la realizzazione di una residenza extraurbana unica nel suo genere qui in Piemonte, altra preziosa gemma della Corona di Delizie di Casa Savoia. Nulla vi è lasciato al caso, dal disegno dei viali, delle aiuole e del parco circostante, all’attenzione a ogni dettaglio decorativo delle sale. Potrà essere sembrato un po’ maniacale, il buon Juvarra, quando ha fornito agli artisti alle sue dipendenze anche il disegno delle lampade per il grande salone – a tema venatorio, ovviamente – ma tutto qui doveva apparire perfetto: gli affreschi superbamente dipinti, la balaustra dorata, le grandi vetrate che permettono di uscire all’esterno per prendere una boccata d’aria nelle afose sere estive, quando i balli si protraggono fino a tarda sera.
Il grande salone è il cuore della Palazzina e i bracci che si dipartono da esso creano un percorso ordinato e piacevole, scandito da splendide sale, ognuna con la sua funzione: la raffinata Biblioteca con le boiseries laccate in azzurro e oro; la luminosa Galleria di levante che affaccia verso il parco e l’indispensabile Sala degli scudieri. Qui merita sostare un attimo ad ammirare le interessanti Vedute di caccia del Cignaroli, un inno all’amata attività venatoria dei Savoia: la stagione della caccia iniziava a Stupinigi a settembre e raggiungeva il suo momento di massima espressione il 3 novembre, con la grande festa di Sant’Uberto, il patrono dei cacciatori cui è dedicata la bella cappella del palazzo. Nelle quattro tele sono raffigurate le fasi principali della caccia al cervo e, sullo sfondo de La partenza per la caccia, si intravede, immortalata dal pittore, la bianca mole della Palazzina da cui si snoda il lungo corteo di carrozze, nobili a cavallo, scudieri e cani.
Riprendendo la nostra passeggiata, giungiamo nell’Appartamento di levante, aggiunto dall’altro grande architetto dei Savoia, Benedetto Alfieri, per accogliere il Duca del Chiablese. Qui i salotti, la camera da letto, i vari anditi sono impreziositi da affreschi importanti, lussuose tappezzerie di stoffa, boiseries e preziosi mobili intarsiati, dalla fattura precisa e unica, firma inconfondibile del genio dell’ebanista Pietro Piffetti.
A Stupinigi l’occhio del visitatore non si annoia mai: la varietà dei decori è notevole, così come il diverso stile delle stanze. Si passa da quelle più sontuose e composte, agli allegri salotti cinesi e alla divertente sala da gioco, decorata alle pareti con cineserie di alberi popolati da uccelli e animali favolosi. È un mondo magico quello racchiuso tra le mura di questa Palazzina, fatto di tappezzerie in seta e lampasso, di affreschi coloratissimi che raccontano le storie di Diana, dea del “sommo impero delle cacce”, di trofei di caccia scolpiti e dello scintillio dei cristalli dei lampadari.
Il Settecento si è davvero fermato qui a Stupinigi!
Stefania Bonino