Parlare del Castello di Rivoli senza dar risalto a quel connubio tra passato e presente che lo caratterizza non è possibile. La particolarità di questo luogo risiede proprio nella forte relazione che si è instaurata tra il contesto storico in cui fu progettato e le opere d’arte contemporanea esposte oggi al suo interno.
Varcato l’ingresso, la sensazione di visitare un cantiere sospeso nel tempo è forte, ma viene mitigata dalla presenza di installazioni contemporanee. La sospensione dei lavori è evidente già attraversando l’atrio a cielo aperto che conserva le tracce dell’imponente progetto juvarriano mai concluso.
Filippo Juvarra, nominato da re Vittorio Amedeo II “primo architetto regio” nel 1714, progettò per Rivoli un edificio maestoso che doveva svilupparsi attorno all’atrio. Qui due ali speculari si sarebbero dovute incontrare, mentre la preesistente Manica Lunga avrebbe dovuto essere abbattuta. I lavori si interruppero nel 1734 a causa di problemi economici ed è per questo che ancora oggi possiamo ammirare la Manica nella sua veste seicentesca.
Parte dei lavori di Juvarra furono portati avanti alla fine del XVIII secolo dall’architetto Carlo Randoni in chiave neoclassica. Si passa così dallo stile barocco juvarriano che si respira attraversando il piano nobile, al linguaggio più regolare del secondo piano, dove l’eccentricità degli stucchi e degli affreschi viene mitigata in forme più armoniose.
La venuta delle truppe francesi determinò una nuova interruzione dei lavori, a cui seguirono diverse vicissitudini che videro il Castello di Rivoli versare in pessime condizioni per lungo tempo. Bisognerà attendere un secolo prima che le importanti opere di restauro condotte dall’architetto Andrea Bruno riescano finalmente a ridonare dignità al luogo.
Questi interventi mirarono a conservare le testimonianze superstiti del passato dialogando sapientemente con i materiali moderni, in un continuo salto temporale tra passato e presente. Nel 1984 l’antico Castello sabaudo divenne sede del primo Museo d’Arte Contemporanea in Italia.
Una visita sospesa nel tempo
La collezione del Museo comprende opere che vanno dalla metà degli anni Sessanta del secolo scorso fino alle ultime tendenze dell’arte contemporanea. Artisti italiani e internazionali rappresentano qui diversi movimenti che spaziano dall’Arte Povera a quella Concettuale, dalla Body Art alla Land Art, senza tralasciare il Minimalismo, la Video Art e le ultime tendenze.
Il visitatore è chiamato a interagire con le opere d’arte collocate nelle sale del Castello in maniera attiva: in alcune installazioni può ravvisare la chiave per comprendere appieno le vestigia del passato, altre invece riflettono la sua immagine facendolo diventare protagonista dell’opera stessa e altre ancora provocano la sua sensibilità per poter annunciare le verità storiche di cui sono portavoce.
Non si può lasciare il Castello di Rivoli senza essere avvolti da un’idea di Arte che sfida il tempo mettendo in mostra le proprie cicatrici e si rinnova costantemente attraverso la sensibilità del visitatore che, poggiando il suo sguardo sulle opere e le mura che le contengono, dà loro un significato sempre nuovo.
Alice Petrongolo