Arte contemporanea, studio d’artista, performance, ultime tendenze… quando sentiamo queste parole il nostro immaginario corre inevitabilmente a New York, Londra, Berlino, Parigi o Los Angeles. E se vi dicessimo che non occorre prendere un biglietto aereo per fare questo straordinario “viaggio”?
Proprio così, perché Torino ha tutte le carte in regola per essere una delle città italiane più stimolanti nel panorama dell’arte contemporanea. Non è un caso, dato che fu la prima città a promuovere una raccolta pubblica di arte moderna come parte costitutiva del proprio Museo Civico, nel lontano 1863. Collezione che si può oggi ammirare nelle sale della GAM (Galleria d’Arte Moderna) e che, insieme al Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli è una delle tappe obbligate per tutti gli amanti del genere.
Torino è diventata famosa a livello internazionale anche grazie all’importante rassegna Artissima, che ormai da oltre vent’anni attira collezionisti e galleristi da ogni angolo del pianeta e che nel corso del tempo si è arricchita con una serie di interessanti eventi collaterali. Come Paratissima, vetrina per artisti emergenti e appuntamento ormai immancabile per i torinesi che, con pazienza e aria svagata aspettano volentieri in coda per godersi – gratuitamente – questa fiera non convenzionale di opere d’arte o, ancor meglio, di idee espresse senza i vincoli della critica, ma solo della creatività. Senza dimenticare The Others, altro grande progetto espositivo dedicato ai giovani artisti giunto alla sua quarta edizione, nella suggestiva cornice delle carceri Le Nuove. E ancora One Torino, rassegna espositiva ideata e prodotta da Artissima in collaborazione con le maggiori istituzioni d’arte contemporanea della città, che ha presentato quest’anno il progetto “Shit and Die”, curato da Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini a Palazzo Cavour; un allestimento originale e inusuale visitabile fino all’11 gennaio 2015.
Si sa, ormai le grandi capitali ospitano esposizioni sempre più grandi e costose, producendo un giro di affari di tutto rispetto, e anche la capitale sabauda nel suo piccolo non vuole essere da meno. Soprattutto in vista dell’Expo 2015, che rappresenterà sicuramente un’occasione imperdibile per mostrarsi al meglio agli occhi dei visitatori nazionali e internazionali. Così, dopo il grande successo di pubblico di Renoir, la GAM si sta preparando ad accogliere Monet, sempre in collaborazione con il Museo d’Orsay di Parigi. E lo stesso sindaco di Torino ha sottolineato più volte il forte interesse sia da parte delle istituzioni culturali che degli investitori, disposti a scommettere sulle trasformazioni urbane e culturali della città. A confermare questa tendenza anche nel 2015, sarà l’attesissima mostra sulla collezione di Vassily Kandinskij proveniente dal Guggenheim di New York. Nel frattempo alla GAM, i riflettori dell’arte contemporanea sono accesi sul maestro della Pop Art Roy Lichtenstein, con la sua “Opera prima”, grande esposizione dedicata ai lavori su carta dell’artista, realizzata grazie alla stretta collaborazione con importanti Fondazioni, Musei e collezionisti di tutto il mondo. Tutto questo non vi basta o siete in cerca di qualcosa di meno noto? Allora il posto giusto che fa per voi è Palazzo Chiablese, sede espositiva proficuamente attiva all’interno del Polo Reale. Dopo il grande successo della mostra dedicata ai Preraffaelliti, accoglie in questo periodo un’originale e inaspettata mostra sulle Avanguardie Russe, narrata attraverso la collezione di George Costakis (da non perdere se volete iniziare a prepararvi per la prossima mostra su Kandinskij!). E sempre sull’onda dell’arte di inizio secolo, Palazzo Chiablese aprirà la sua stagione 2015 con una mostra – che ha già sollevato alcune critiche – su Tamara de Lempicka, originale pittrice polacca corteggiata a lungo da D’Annunzio. Infine, non vanno dimenticate neanche le continue e interessanti attività espositive della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e l’apertura di un nuovissimo spazio museale dedicato alla collezione Ettore Fico, che si propone di essere anche un luogo di aggregazione sociale e culturale nella zona urbana denominata Spina 4, attualmente al centro di un vasto programma di riqualificazione.
Insomma, potremmo dire, una stagione autunno-inverno niente male per l’arte contemporanea in quel di Torino. L’ideale per sfoderare pareri e opinioni contrastanti o accendere dibattiti appassionati come tanto ci piace fare quando da osservatori curiosi ci trasformiamo tutti per un momento in critici d’arte. Ma d’altronde anche questo è il bello dell’arte contemporanea: ci porta a guardare le cose sotto una nuova prospettiva, a ragionare, a mettere in contrasto stridente ciò che riteniamo comunemente “bello” e ciò che, pur non corrispondendo a quel canone rassicurante, suscita in noi una qualche emozione. Alla fine qualcosa che ci sfugge c’è sempre, qualcosa che proprio non capiamo… poco importa. A tranquillizzarci, in questo caso, rimane sempre il saggio motto di Maurizio Nannucci che ci accoglie all’ingresso della Gam: “All Art has been contemporary”.
Elena Settimini e Stefania Bonino
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